Che il mondo stia cambiando non vi è dubbio, ma ciò non toglie che ogni giorno si rimanga stupiti di come i bambini sempre più precocemente apprendano e divengano abili nell’utilizzo delle tecnologie.
L’avvento dell’iPad con l’affermarsi definitivo del touch screen ha infatti reso ancora più immediato l’accesso al mondo digitale e al web 2.0 anche da parte di bambini piccoli; ricordo sempre con stupore l’episodio in cui una bambina di meno di 2 anni, durante una chiacchierata fra adulti, ha colto il riferimento a una fotografia della nonna, ha preso e acceso l’iPad, ha toccato l’icona delle foto e ha sfogliato con precisione e velocità l’album fino a trovare trionfante la foto alla quale si riferivano i genitori!
Viene spontaneo a questo punto il riferimento alla parola greca “techné” che riassume in sé un concetto complesso: techné = arte, non nel senso di prodotto artistico, ma nel senso di abilità, del “saper fare bene” (arte come competenza) che nasce dall’aver metabolizzato un’esperienza concreta, una capacità del fare
La competenza tecnologica diventa quindi l’arte di padroneggiare anche strumenti tecnologici attraverso la capacità di fare bene e di metabolizzare le esperienze vissute
Il connubio di arte e tecnologia per e con i bambini trova esempi eccellenti nella nuova app proposta da Tapook per avvicinare anche i più piccoli all’arte attraverso l’uso dell’iPad e più in generale nei laboratori secondo il Metodo Bruno Munari® come ad esempio in quello proposto da Munlab basato su uno strumento chiamato provocatoriamente “videogioco”
E il mondo delle ricerche qualitative? In social-qualitative uniamo la trentennale esperienza di ricerca di Umberto (per altro in passato psicologo clinico nel campo dell’infanzia) a metodologie e approcci che rispondano agli schemi mentali dei nativi digitali… se è vero che sempre più spesso capita di testare app e sempre meno riviste/stampa. Nei nostri colloqui con bambini (e non solo!), l’iPad è sempre a disposizione per esempi di interazione 😉