[themecolor]Nella nostra pagina Facebook [/themecolor]relativa al Manifesto di Rifondazione della Ricerca Qualitativa nei primi 20 punti abbiamo parlato dello scenario globale e delle relazioni fra i player
Nei successivi 10 punti, dal 21 al 30, abbiamo delineato le caratteristiche che aggiungono qualità alla selezione del campione e del reperimento; ora tocchiamo alcuni punti che riguardano più in generale l’impostazione di una ricerca qualitativa.
Il presupposto fondamentale per una buona ricerca è una corretta informazione di tutti i player coinvolti: reperitori e ricercatori consulenti danno il meglio se correttamente “brieffati” su background, obiettivi e modalità della ricerca stessa.
Se una ricerca risulta anche piacevole per tutte le persone coinvolte, ricercatori, intervistati, clienti avrà più probabilità di garantire risultati migliori: stile di conduzione, stimoli originali/ludici, ma anche location adatte/informali possono contribuire a questo risultato; ci si può spingere anche oltre rendendo, almeno in parte, la ricerca anche un gioco: far gareggiare attraverso giochi mirati può generare la produzione di risultati stimolanti, oltre a rendere più piacevole e coinvolgente la ricerca per tutti. Creare engagement per ottenere migliori insight
Nella progettazione di una ricerca è opportuno tenere presente che una aderenza fra strumenti usati per realizzarla e stile di vita/quotidianità delle persone riesce a rendere più “viva” la ricerca: meno laboratorio e più strada, più partecipazione alla vita e alle discussioni che scorrono attraverso i social media
E infine, ancora a livello generale, la qualità della ricerca è data anche dalla capacità del ricercatore di saper scegliere: i consulenti più competenti nello specifico argomento, le metodologie più adatte e innovative, i materiali e gli stimoli più prodottivi. Solo un ricercatore che coniuga esperienza con apertura all’innovazione può scegliere al meglio