La moderazione troppo spesso è rigida e standard e questo annoia i partecipanti, e il moderatore stesso! Come fare? Occorrono maggiore libertà, dinamismo e “improvvisazione”, come si dice in gergo “Think outside the box!”  Per rendere più personale la ricerca, più innovativa e meno standardizzata si potrebbe limitare i test proiettivi “da psicologo” e i “se fosse” introducendo carte creative, stimoli visivi, video emozionali; utilizzare supporti tecnologici, schermi interattivi e tablet.

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Siamo arrivati all’ultima serie di suggerimenti per dare nuova vita ai cari vecchi focus group!

Non è facile inventarsi sempre nuovi stimoli e nuovi stili di conduzioni, infatti il lavoro del moderatore è paragonabile a quello di un equilibrista, che riesce ad interpretare al meglio diverse istanze: solo un ricercatore molto esperto riesce a conciliare la capacità di tenere viva l’attenzione dei partecipanti, coinvolgendoli con stimoli adeguati, cogliendo e rilanciando i contributi inattesi forniti, avendo sempre presenti gli obiettivi strategici della ricerca… rendendo al contempo tutto chiaro per il cliente finale!

Bisogna anche tener presente che ad ogni tipo di ricerca corrisponde il moderatore “giusto”: in funzione della specifica esperienza, ma anche a seconda del genere, dell’età, del carattere. Se si seguisse questa dritta sicuramente sarebbe più facile per il moderatore catturare l’attenzione dei partecipanti perché vicino al tema e in sintonia con l’argomento.

Un altro ruolo di primaria importanza nei focus group, ma troppo spesso sottovalutato, è il ruolo del recorder. I suoi appunti, presi al computer, costituiscono il punto di partenza per l’analisi qualitativa; ma come è possibile che nell’era della tecnologia si vadono ancora circolare blocchi cartacei?! Ma appunti ben presi, in formato digitale, costituiscono un prezioso primo documento di ricerca.

Con queste piccole dritte i vostri focus group non saranno più gli stessi!