87 manifesto ricerca qualitativa social-qualitative

Indipendentemente dalla metodologia con la quale viene affrontata e svolta la ricerca, ci sono alcuni step fondamentali da tenere a mente. Troppo spesso però questi step vengono saltati o non vengono presi troppo sul serio, gli si dedica poco tempo (a volte nemmeno un minuto) e poca cura.

Stiamo parlando delle fasi di briefing e debriefing.

La riunione di briefing è in certi casi trascurata e svolta “di fretta”.  Un grave errore, vista l’utilità delle informazioni di scenario e di background che si possono ottenere da tale confronto! Inoltre la ricerca ci guadagna in qualità se viene co-creata da istituto e azienda committente, e questo passaggio si può ottenere tramite un briefing approfondito.

Allo stesso modo la riunione di debriefing è una fase cruciale della ricerca e costituisce in realtà il cuore della analisi qualitativa. Peccato che in alcuni casi venga sottodimensionata o addirittura saltata. È un rischio saltare questa fase o pensare che si tratti semplicemente di assemblare i fenomeni rilevati dai diversi consulenti ricercatori. È infatti opportuno approfondire i perché che nascono dal confronto fra evidenze differenti per dare un reale valore aggiunto ai risultati della ricerca

L’altra fase che è rilevante per la ricerca, e che non viene valorizzata adeguatamente è la fase di restituzione dei risultati. Oltre al contenuto, che deve essere ovviamente curato, anche la presentazione stessa deve essere efficace e di impatto.

In pillole:

BREVITA’: ben vengano poche slide operative, risultati chiari, netti, actionable, senza lunghe digressioni, senza necessariamente un italiano forbito e ricercato. Dritti al punto, senza tanti giri di parole

ABBELLIRE SI MA CON LIMITAZIONE: gli abbellimenti per i report vanno bene, basta che siano utili alla comprensione dei risultati e che non siano fini a se stessi…bello per bello non vale nulla in questo caso!

-NON ANNACQUARE I RISULTATI : “compiacere” il cliente non è un arma vincente, se si falsificano leggermente gli output di ricerca non si costruisce una vera relazione di partnership

NO DUPLICAZIONE: troppo spesso i report vengono fatti in varie versioni SMALL, MEDIUM e LARGE, purtroppo però sono tutte versioni uguali, non dicono nulla di diverso…ma allora che senso ha? Nessuno le legge tutte!

SUBITO LA “CICCIA”: gli anglosassoni in genere partono dalle conclusioni. Durante il forum un ricercatore ha detto “…la presentazione/ rapporto dovrebbe avere un percorso diverso, in cui si va subito al punto di quanto interessa al cliente. Partire dalle risposte alle domande che il cliente si fa, ed eventualmente poi approfondire”. Perché non provarci anche noi che siamo latini? Il risultato potrebbe piacerci!

NON INNAMORARSI DI POWER POINT: Il PowerPoint è ancora oggi lo standard, troppe volte è anche di  stardard basso!! Di certo entro alcuni anni non sarà più così, Prezi è la nuova frontiera e prima o poi verranno maggiormente utilizzati strumenti più interattivi e multimediali, ma soprattutto il lavoro verrà svolto attraverso la condivisione online, in ottica di co-creazione e condivisione.

VIDEO REPORT: è, oltre a Prezi, una delle possibili innovazioni per l’output di ricerca. Il video costituisce un ottimo strumento, se pensiamo che la comunicazione visiva sta diventando sempre più efficace e apprezzata, purché venga ovviamente affiancato da una sintetica analisi qualitativa/strategica.

TED TALKS: sono un bell’esempio di comunicazione innovativa…perché non provare a prendere spunto dalle loro modalità?

Infine riteniamo che la presentazione dei risultati della ricerca sia l’ultima fase ma che possa diventare la prima di un ulteriore lavoro, una base di partenza per sviluppare assieme al cliente un pensiero organico per elaborare veri “actionable insights”. Ecco perché parliamo di workshop creativo con il committente per la restituzione: co-creazione di qualità!