È proprio il caso di dirlo: grazie ad Internet, oggi, abbiamo a disposizione infiniti modi per esplorare il mondo, capire che cosa sta accadendo intorno a noi e conoscerne le opinioni delle persone che ci circondano. Siamo passati da Marzullo a Google, social e Wikipedia, per quel che concerne farsi/fare domande, e ottenere risposte.
Qualche giorno fa, facendo qualche ricerca su Google, sono venuto a conoscenza del nuovo update di Facebook, ovvero la possibilità di creare dei veri e propri sondaggi all’interno della messaggistica di gruppo. In sostanza, si tratta della possibilità da parte di un utente di introdurre una o più domande di indagine, con le relative risposte precodificate, all’interno della chat. Tutti i partecipanti possono rispondere con un voto, in base alla loro preferenza. Tale funzione sembrerebbe utile non solo ai gruppi di lavoro che possono, così, prendere più agevolmente le loro decisioni, ma anche più semplicemente ai gruppi di amici per accordarsi più velocemente, ad esempio, su dove e quando trovarsi per andare a mangiare una pizza.
Provando personalmente l’update, sono giunto ad una riflessione: effettivamente il sondaggio può essere un valido strumento per ottenere risposte conoscitive dalle persone, sapere “come la pensano” o “per cosa votano”, in particolare grazie ad una serie di vantaggi che esso può offrire, tra cui la semplicità dei parametri di misurazione dei punti di vista, la rapidità di progettazione delle domande e di analisi delle risposte, oltre che una vasta gamma di programmi e strumenti online gratuiti – tra cui anche il nostro update di Facebook Messenger, per poter generare nuovi sondaggi, dove e quando se ne ha la necessità. Molte aziende fanno ormai largo uso dei sondaggi al fine di ottenere informazioni in modo rapido e semplice, creando appositi questionari “fai da te” per la domanda conoscitiva che si vuole indagare. Certo è che non tutte le indagini calzano bene con gli obiettivi e gli scopi conoscitivi che l’azienda si pone. Il sondaggio possiede una propria impostazione metodologica specifica, che in alcuni casi può essere utile, in altri può invece complicare, se non inficiare, i risultati dell’indagine stessa… e chi si occupa di ricerca applicata lo sa bene!
Il tocco magico e unico della ricerca psicosociale applicata – qualitativa e quantitativa – sta proprio nell’andare oltre i parametri di misurazione indicativi del sondaggio, proponendo al cliente una serie di competenze, professionalità e intelligence di ricerca pensati e costruiti strategicamente in base agli obiettivi di indagine e applicati tatticamente grazie ad una gamma diversificata e specifica di strumenti di raccolta dati e metodologie, ad un’accurata selezione del campione e ad un’analisi dei dati interpretativa e sempre accurata e approfondita.
In particolare, saper leggere con cura e precisione le informazioni che emergono da un’indagine, è da sempre competenza del ricercatore applicato, il quale, con occhio critico ed esperto, è capace di andare in profondità rispetto al semplice dato, attraverso un’ottima conoscenza degli strumenti che egli stesso mette in campo, confrontandosi continuamente con i bisogni del committente. Insomma, l’intero progetto di ricerca viene letteralmente cucito sul cliente – come un bell’abito di sartoria – a seconda dei suoi gusti e delle sue esigenze.
Con anni di esperienza nel campo delle ricerche di mercato, social qualitative continua a sviluppare strumenti innovativi e specifici per ogni tipologia di obiettivo ed esigenza, strumenti proprietari preziosi come le “Experience and Relationship Wheels” in grado di adattarsi perfettamente sia alla ricerca quantitativa che qualitativa, grazie ad un team di ricercatori esperti, dotati di un’intelligence emotiva, critica ed interpretativa in grado di dare vita e forma a dati troppo spesso complessi o astratti in un’ottica di riscontro e applicazione pratica dei risultati di ricerca per il cliente.
In estrema sintesi…
fare le domande è oggi ancora più facile che in passato, ma interpretare le risposte è sempre più difficile!