“L’intervistato ideale, oltre ad essere in target, deve risultare propositivo nonché creativo. Forse meglio un “professionista” rispondente a tali criteri che un intervistato “vergine” ed in target, ma “muto” e poco collaborativo. E se il professionista non fosse un problema, ma lo fosse esclusivamente se non in target e dunque “finto?” Quale potrebbe essere il ruolo degli intervistati professionisti, in particolare di quelli più smart?”
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