Un’amica mi ha scritto a proposito di Facebook:
“non è tanto il fatto di scambiare i messaggi che mi tiene in contatto con le (tante) persone a cui voglio bene (per questo c’era già la posta elettronica), ma il fatto che con quello che ognuno di noi mette in comune mostra il suo io.
E così tu spesso vieni a conoscenza dei pensieri dei tuoi amici.
Ed è impressionante come ognuno di noi mette in comune delle cose che lo rispecchiamo fedelmente“
Ho trovato queste parole illuminanti per evidenziare la sempre maggior necessità/desiderio di condivisione, di interagire, di mettersi in una relazione profonda con le persone alle quali si vuole bene
Il web ha solo permesso di facilitare questi scambi e al contempo di mettere in evidenza la loro rilevanza
Se questo è vero per gli scambi fra le persone perché non dovrebbe riguardare anche le interazioni fra persone e prodotti e ancor più la relazione con le marche (delle quali nelle ricerche motivazionali da sempre si è scandagliata la personalità con test proiettivi)?
Ha senso continuare a parlare di immagine di marca, di intention to buy, di comportamenti del consumatore o non sarebbe meglio approfondire il senso delle interazioni (esperienza e relazione) fra prodotto marca e individuo (INTER-REL-AZIONI)?
Per quanto riguarda le ricerche di mercato e in particolare le ricerche motivazionali non sarebbe forse opportuno incominciare a cambiarne il nome definendoli semplicemente all’inglese “workshop” o più italianamente “laboratori”?
Le sessioni stesse dovrebbero in qualche misura diventare lo specchio, la cartina di tornasole o più semplicemente il luogo dove è possibile fare e riflettere sulle esperienze e intrecciare delle e ragionare sulle relazioni
Da queste riflessione nasce InterAction Lab, il nuovo approccio di social-qualitative.com alle ricerche motivazionali (sia online che offline): non si tratta semplicemente di applicare le “Ruote dell’Esperienza e della Relazione” (strumento costruito ad hoc per questo) ma di impostare qualsiasi tipo di ricerca (dai copy ai pack test, dai product ai concept test ecc) avendo bene come obiettivo primario e come guida nello sviluppo delle tracce/degli stimoli l’approfondimento del senso delle esperienze e della relazione con il prodotto/la marca
Considerando, per altro, che molte analisi ci mostrano come esperienza e relazione con le marche si esplichino anche dai comportamenti che le persone hanno sui social network (Facebook in primis), e ormai non solo negli Stati Uniti. Molti i motivi che possono portare a tali comportamenti social: sentirsi emozionalmente attratti/parte dell’anima/dello stile del brand (es: “il Ducatista”), apprezzare un brand o un prodotto/aspetto o servizio del marchio (chi ad esempio segue la pagina “Pan di Stelle” senza necessariamente seguire Mulino Bianco), voler rimanere informati circa iniziative o proposte del brand (es: Heineken, con le iniziative musicali e non solo), oppure (perché no) rimanere aggiornati per poter usufruire di sconti (beh.. qui gli esempi si sprecano!)
Quindi… cominciate pure a condividere i nostri post, presto sarà attiva la nostra pagina LinkedIn cui potrete “legarvi” in vera relazione 😉