Social-qualitative ha partecipato in prima linea all’evento, del 19 Novembre, promosso dalla Divisione Ricerche “Claudio Dematté” di SDA Bocconi: “Fare Business con i Social Network, Best practices su Facebook”
L’evento è stato reso piacevole e interessante dall’alternarsi di contributi dei diversi attori che svolgono il proprio lavoro in questo ambito: agenzie media, aziende, nelle figure di CMO e CEO, e professori universitari.
La prima parte di convention è stata una panoramica generale in cui sono stati illustrati i trand e i numeri relativi allo sviluppo del settore social. Interessante dato che ha fatto ridere tutta la platea e che ha suscitato retweet su Twitter è stata la chart che ha presentato Nicola Mendelshon, VP EMEA di Facebook, “More mobile phones in the world than toothbrushes”! Fa sorridere ma fa anche pensare a quanto i social siano entrati nella quotidianità delle persone, tanto che hanno superato di numero uno degli oggetti più usati al mondo, lo spazzolino da denti!
Altri dati, già noti e sentiti ma che suscitano sempre un effetto di sorpresa, sono quelli relativi alla quantità di persone connesse ogni giorno su internet, su Facebook in particolare, alla quantità di dispositivi e device: numeri esorbitati che però hanno un significato. A questi dati che confermano l’avanzare per nulla lento delle tecnologia, aggiungiamo il fatto che la televisione ormai è diventa un accessorio: in mano durante la visione di un film o di un programma c’è sempre un second screen, che sta addirittura diventando il first screen a dirla tutta! Come a dire “Guardo la tv è vero, ma non posso fare a meno di Twittare, stare su Facbook o giocare con il tablet!”
La domanda che scorre sottile alla base di tutti gli interventi della mattinata è stata “Come si fa a creare engagement attraverso i social e soprattutto attraverso Facebook?”
Emanuela Prandelli, professoressa associata in Bocconi, ha spiegato molto chiaramente che è necessario creare una sinergia tra i social, tra gli strumenti possibili, per creare un vero e proprio engagement di marca; ha sottolineato che però serve un fil rouge, un leit motiv che leghi e tenga insieme il tutto. Ok, questa è la teoria ma in pratica? Beh la risposta è arrivata subito dopo: infatti varie aziende, come Vodafone, MSCrociere e Privalia hanno mostrato come hanno utilizzato Facebook per potenziare la gestione della relazione con i clienti, aumentare i tassi di conversione e sviluppare le vendite; con che modalità sono riusciti a coinvolgere i consumatori, quali sono state le conseguenze e quali i vantaggi, i rischi e le problematiche.
Un altro tasto importante che è stato toccato riguarda la comunicazione, l’ascolto della Rete, e il dialogo su Facebook. Che cosa vogliono le persone in Rete: vogliono essere ascoltate o vogliono ascoltare?
Quello che è emerso oggi è che gli utenti in Rete vogliono parlare e vogliono conversare, vogliono risposte alle domande, vogliono essere ascoltati, vogliono far sapere la propria opinione. Cosa c’è di più bello per un’azienda se non un cliente che parla spontaneamente senza che gli si cavino le parole di bocca? Meglio di così non si può! E allora ascoltiamo questi consumatori, sentiamo cosa vogliono dire, cosa hanno da dire in merito al nostro brand, cosa vorrebbero di meglio, cosa dicono di positivo e di negativo dei competitors e via dicendo.
Questo punto è molto importante per la ricerca qualitativa per due motivi: innanzitutto i clienti si raccontato e dicono chi sono, e questo è molto utile per la profilazione del target, per conoscerlo meglio; il secondo motivo è presto detto, dal momento che online le persone non vedono l’ora di parlare, ecco che si apre la strada per una etnografia digitale mirata, di natura qualitativa, meno big data e più small, smart data!