Tra novembre e dicembre 2013, ovvero ormai due anni fa, mostravamo i risultati della nostra indagine interna (ovvero intervistando oltre 40 ricercatori qualitativi freelance, tramite forum dedicati) relativa allo “stato dell’arte” delle ricerche motivazionali, ovvero del nostro lavoro.
Sono (già!) trascorsi due anni, un tempo utile per fare un bilancio. Con grande soddisfazione, possiamo dire che gran parte di quanto indicavamo come direzione per il “futuro”, è oggi realtà. Per lo meno per gli istituti e i clienti finali che ne hanno saputo comprendere e cogliere le opportunità.

Andiamo con ordine, commentando alcuni dei punti chiave del Manifesto (la cui versione integrale, datata novembre 2013, è consultabile qui):

[su_box title=”La ‘rifondazione’ della Ricerca Qualitativa” box_color=”#000000″](dal punto 1 del Manifesto)
Si parlava della necessità di una ripartenza, e così è stato, per molti. Complice anche lo scenario di crisi globale, gran parte degli istituti di ricerca ha rivisto un po’ tutto: dal personale (dove molti sono stati i casi di stravolgimento di organigramma) a nuove acquisizioni o aperture di istituti (dove la polarizzazione tra grandi gruppi e micro istituti specializzati si fa sempre più netta!), dalla sede a nuove logiche di gestione dei processi della ricerca (esternalizzazione del recruiting, utilizzo di consulenti specializzati, adozione della lingua inglese come standard, ecc…) In sintesi… sia gli istituti che i clienti finali, oggi, non sono gli stessi di due anni fa! [/su_box]

[su_box title=”Passi avanti in ottica di qualità dei risultati” box_color=”#000000″](dal punto 4 del Manifesto)
Uno dei punti fondamentali del nostro Manifesto era la necessità di ripensare la ricerca motivazionale per riportare la sua qualità a un livello adeguato; purtroppo dobbiamo constatare che la strada da fare è ancora lunga, anche se ci sono dei segnali incoraggianti. In generale è emersa un’attitudine di maggior approfondimento, la necessità di non fermarsi alla superficie, ma di andare più a fondo nei temi trattati. Ciò trova riscontro in una diminuzione dei gruppi classici a favore di in un aumento dei minigruppi (solo 4/6 persone, e non solo per ragioni economiche), delle interviste in profondità che permettono di “scavare” meglio, delle etnografiche che ci rimandano delle “fotografie” più articolate e nitide della realtà indagata…[/su_box]

[su_box title=”Dalla Presentazione al Workshop: i rapporti sono cambiati” box_color=”#000000″](dal punto 13 del Manifesto)
C’era una volta la presentazione al cliente finale, come output di restituzione dei risultati. Ormai è superata, in linea con le “nuove regole” del relazionarsi con la committenza: in “epoca di peer-to-peer”, la relazione stessa istituto-cliente è mutuata, e con essa l’atto finale, che è sempre più un momento di condivisione che va oltre al flusso monodirezionale tipico della “presentazione anni 2000”. Sempre più workshop, dunque, nella convinzione che sia un vantaggio per tutti, istituto e soprattutto cliente finale![/su_box]

[su_box title=”Largo alle metodologie innovative, in ottica di integrazione” box_color=”#000000″](dal punto 17 del Manifesto)
L’innovazione nelle ricerche di mercato ha moltiplicato gli approcci e gli strumenti utilizzabili per una miglior comprensione dei fenomeni; come già evidenziato due anni fa ne consegue una collaborazione sempre più stretta con consulenti specialisti di approcci specifici: ad esempio la semiotica (come ben sa il nostro collaboratore Stefano Frausin) non viene presentata come un report a parte, ma integrata con il resto della ricerca… Anche l’approfondimento che può essere fatto con le tecniche di FACS (proposte in particolare da Giorgio Casanova) diventa spesso una conferma o una ulteriore chiarificazione di aspetti/temi rilevanti emersi nella qualitativa (o anche in quantitativa) [/su_box]

[su_box title=”‘Gamification’: the next big thing nelle ricerche?” box_color=”#000000″](dal punto 33 del Manifesto)
Già due anni fa parlavamo del valore aggiunto dato dalle tecniche di gamification, che permettono un pensiero out of the box, facilitando le associazioni emozionali. Siamo convinti che tale tecnica sia ancora da esplorare e ottimizzare… è questo un punto su cui siamo al lavoro, e su cui stiamo sperimentando. Qualche azienda è interessata a saperne di più? ps: a conferma che la Gamification è “sulla cresta dell’onda”, anche Assirm dedica una giornata di formazione a tale tema [/su_box]

[su_box title=”I forum online sono ormai la vera alternativa ai colloqui tradizionali” box_color=”#000000″](dai punti 52, 55 e 59 del Manifesto)
Ampia parte del nostro Manifesto era dedicata ai forum online, che già due anni fa costituivano la principale innovazione nel settore. Ed è stato effettivamente così, anche se tutt’ora si confermano grosse differenze nel modo in cui vengono gestiti e proposti alle aziende. Confermiamo, da parte nostra, la fondamentale esigenza nella gestione degli strumenti avanzati di un forum: dai tag per creare sottogruppi alla necessità di filtraggio delle domande (non a tutti le stesse!), saper moderare un forum è un’arte che non si improvvisa. Rimaniamo per altro convinti che le piattaforme migliori siano quelle continuamente aggiornate, fruibili da ogni tipo di device, con una usability simile a Facebook… su questo, ne abbiamo testate una decina (da USA, Germania, UK e Francia) e ormai siamo degli esperti :)[/su_box]

[su_box title=”I confini sono stati abbattuti!” box_color=”#000000″](dal punto 76 del Manifesto)
Se una volta si distingueva tra ricerca online e ricerca offline, oggi l’ibridazione è la tendenza. Mixare le varie fasi (magari anche inserendo parti di analisi quantitative o differenziali – come le nostre ruote) è la regola, nella convinzione che ciò porti a una migliore comprensione dei fenomeni. Dal focus group all’approfondimento online, spesso con le stesse persone, o viceversa… i confini sono davvero stati abbattuti, e chi ne guadagna… sono i risultati![/su_box]

[su_box title=”Il video-centrismo” box_color=”#000000″](dal punto 86 del Manifesto)
Avevamo intuito che anche la presentazione dei risultati dovesse adeguarsi ai nuovi media/format di comunicazione, ed effettivamente sta andando così: il video rapporto è ormai una standard, conosciuto dalle aziende committenti, anzi a volte da loro richiesto. Noi stessi stiamo lavorando molto con i video report come output finale, come dimostra ad esempio questa ricerca per Gallerie d’Italia. Un ringraziamento a Andrea Lombardi, consulente che spesso collabora con noi su questo approccio di ricerca[/su_box]

 

Dopo aver fatto il punto della situazione e valutato i cambiamenti avvenuti negli ultimi due anni, ci piacerebbe allargare l’orizzonte ed incominciare a delineare quel che ci possiamo aspettare per il futuro…
Ma questa è un’altra storia, che stavolta ci piacerebbe scrivere con il contributo dei responsabili in azienda delle ricerche di mercato, con i consulenti di marketing e con i clienti finali…
Stay tuned!